Il comunissimo sacchetto della spesa, oggetto tanto semplice e quasi scontato che accompagna ogni giorno gli acquisti dei consumatori, ha in realtà una storia interessante e poco conosciuta. Non è sempre esistito, anche se dagli albori del commercio si è posto il problema di come trasportare le merci da un luogo all’altro. Ripercorriamo come è nata e si è sviluppata questa invenzione, ormai entrata stabilmente a far parte della quotidianità.
Chi ha inventato la shopper bag?
Il tessitore tedesco Freidrich Gottlob Keller inventa una speciale, pasta ricavata dal legno da impiegare nella produzione di carta. Prima dell’invenzione della pasta di legno la carta era fatta da, stracci, che erano una risorsa limitata. Già nel secolo precedente, alcuni scienziati avevano ipotizzato la possibilità di ricavare carta, dagli alberi, e questa notizia aveva incuriosito molti. L’invenzione della pasta di legno rende possibile ottenere carta in maggiori quantità e a prezzi molto più bassi: il suo primo utilizzo è applicato alla produzione di quotidiani da stampa, ma presto approda nel settore del packaging.
Viene costruita e brevettata la prima macchina per fabbricare sacchetti di carta, ad opera dell’americano Francis Wolle. Questi sacchetti, con fondo a V, erano abbastanza capienti e resistenti da poter essere usati per fare la spesa. L’invenzione di Wolle rappresentò la base per tutti i successivi macchinari dello stesso tipo.
La giovane americana Margaret Knight, impiegata in una fabbrica di sacchetti di carta, ha un’intuizione: realizza un macchinario che taglia, piega e incolla sacchetti dal fondo piatto, che risultano più capienti di quelli realizzati fino ad allora, oltre addirittura a poter essere posti in posizione verticale. Questi sacchetti sono borse di carta marrone, simili a quelli ancora utilizzati ancora oggi. L’inventrice americana incontrò non poche difficoltà nel registrare il brevetto, che però ottenne nel 1873.
Charles Stilwell era un ingegnere meccanico americano. Nella storia del packaging, la sua invenzione rappresenta un momento di svolta: la macchina brevettata da Stilwell produce borse dal fondo quadrato e fornite di pieghe laterali che rendono l’apertura molto facile e permettono alla borsa di rimanere ferma e aperta mentre la si sta riempiendo. La shopper bag vera e propria nasce quando a questa borsa viene aggiunta una coppia di manici, tuttavia l’invenzione di Stilwell segna una grande innovazione funzionale.
Walter H. Deubner, gestore di una piccola drogheria di Saint Paul, nel Minnesota, nota che dare ai clienti la possibilità di trasportare più merce è un fattore decisivo per l’aumendo delle vendite del suo negozio. Deubner realizza così un sacchetto prefabbricato e poco costoso che, a cui vengono aggiunti due manici di corda: questo sacchetto poteva trasportare fino a trentacinque chili di merce ed è il precursore di tutti gli shopper che utilizziamo ancora oggi.
L’invenzione del sacchetto di plastica è attribuita all’ingegnere svedese Sten Gustaf Thulin. Un altro ingegnere svedese brevettò l’invenzione nel 1965 per la compagnia Celloplast.
1982. Le compagnie di supermercati Safeway e Kroger cominciano a sostituire nei loro supermercati i sacchetti in carta utilizzati fino ad allora con i nuovi sacchetti in plastica.
Da allora molti cambiamenti sono intervenuti e il sacchetto di plastica è stato utilizzato, personalizzato, rinnovato innumerevoli volte. Negli ultimi anni si assiste ad un passaggio dalla plastica tradizionale a quella ecologica e biodegradabile, con componenti chimici che la rendano meno inquinante e dannosa per l’ambiente, in cui purtroppo ancora troppo spesso queste shopper vengono abbandonate da utenti distratti o poco rispettosi.
Il futuro sicuramente riserva ulteriori innovazioni, così che scienza, design e sociologia potranno ancora a lungo interessarsi alla piccola ma significativa shopper bag.