Sebbene una qualche forma di packaging sia sempre stata utilizzata per contenere e proteggere i prodotti, negli ultimi due secoli si è verificato un grande sviluppo. Oggi, soprattutto in risposta alla domanda commerciale, il packaging è infinitamente più sofisticato e sviluppato che in qualsiasi altro periodo della sua storia. Ed è chiamato a svolgere delle funzioni ben specifiche.
Al centro del sistema-mercato c’è la confezione, che:
- Da una parte, cerca il “dialogo” diretto con il consumatore, bisognoso di rassicurazione perché ha perduto ogni contatto diretto con il luogo e i soggetti di produzione;
- Dall’altra, risponde alle esigenze distributive, ai problemi d’immagazzinamento e disposizione dei prodotti nel punto vendita.
Il packaging come involucro può essere definito una “ricerca di forme tridimensionali, capaci di contenere in maniera opportuna, funzionale ed estetica”. Un bene destinato alla vendita. Opportuno, funzionale ed estetico sono gli attributi fondamentali di un buon packaging, che può diventare la mossa vincente nella strategia di vendita di un prodotto.
Ecco in 11 punti gli aspetti da considerare:
1. Contenimento e protezione
La funzione primaria del packaging deve essere sempre questa: il prodotto contenuto al suo interno deve essere integro e, letteralmente, perfetto quando il consumatore aprirà l’imballaggio. Soprattutto se si parla di prodotti alimentari, per cui è necessario prevedere un’adeguata barriera a gas e vapori, oltre alla prevenzione dalla degradazione fisica e biologica.
La necessità di proteggere il prodotto è la motivazione originaria che ha provocato la nascita di un embrionale imballaggio, trasformatosi poi in uno strumento distributivo.
2. Facilità di trasporto e conservazione
Uno degli obiettivi dell’operazione di confezionamento è favorire il flusso dei prodotti nelle operazioni di stoccaggio e movimentazione. L’utente stesso è molto attento al fattore traporto, considerandolo aspetto fondamentale nella scelta. Infatti, le prime domande che si pone di fronte ad un prodotto sono:
- Come faccio a portarlo a casa una volta comprato?
- Una volta a casa, la sua forma sarà adatta allo spazio a disposizione nella dispensa, si adatterà ad essere riposto in frigorifero?
Se il prodotto è deperibile, il packaging può avere come plus degli attributi tecnologici che permettano la conservazione del prodotto in un ambiente determinato, consigliato in base alla temperatura, umidità, fonti luminose del luogo di stoccaggio. Non vi è dubbio che a queste finalità del packaging sia riservata da parte delle aziende un’attenzione del tutto particolare: le economie che può comportare una ottimizzazione in senso logistico del packaging (sia primario che secondario o terziario) sono enormi e giustificano investimenti consistenti.
3. Praticità d’uso e accessibilità del prodotto
Un punto chiave del packaging è la praticità, essendo uno degli strumenti principali attraverso il quale è possibile assecondare l’esigenza di un consumatore che ha scelto la comodità come prerequisito per la scelta di un prodotto.
La praticità entra in gioco dal momento del trasporto verso casa ma non solo: il mercato produce quotidianamente soluzioni nuove e differenti per offrire garanzie a lungo termine sulla qualità del prodotto e per rendere il consumo “possibile” in qualsiasi momento:
- Contenitori resistenti, facili da trasportare, leggeri, sicuri, d’ingombro ridotto;
- Chiusure che permettono di riutilizzare un prodotto non completamente consumato;
- Sistemi d’erogazione che facilitano il consumo e semplificano le operazioni di utilizzo del prodotto.
È l’accessibilità al prodotto, probabilmente, l’aspetto su cui più recentemente si sono concentrati i designer, che arriva a toccare la pura tecnologia laddove vengono proposte soluzioni all’avanguardia come linguette, tappi, chiusure pratiche, intuitive e divertenti.
4. La curiosità
La curiosità è parte integrante della natura umana: un packaging intrigante, originale, che stimoli la curiosità, potrà attirare il potenziale consumatore ad approfondire e acquistare il prodotto.
In base al tipo di prodotto e naturalmente al suo target di consumatori, si potrà presentarlo con un vestito elegante, che ne esalti la forma e soddisfi il desiderio visivo, che parli in qualche modo al consumatore, il quale avrà modo di riconoscersi in un oggetto che lo rispecchia e dunque lo attira.
Altri consumatori sono attratti dall’insolito, inusuale, mai visto prima, e portati dunque a provare un nuovo prodotto sulla base della curiosità di entrare in possesso di un oggetto dall’aspetto inedito, diverso da tutti gli altri, misterioso o sorprendente.
5. La bellezza
Dagli anni ’30 negli Stati Uniti, i primi designer si interessano per la prima volta al packaging: è un cambiamento sottile, ma importante, perché la confezione viene considerata per la prima volta nella sua apparenza, ossia in quell’aspetto appositamente progettato per vendere meglio un prodotto, senza nessun’altra finalità.
La bellezza è una prerogativa assolutamente necessaria per l’involucro che, lungi dall’essere considerato entità comunicativa, a volte viene sentito come un oggetto totalmente indipendente dal contenuto: l’uno da consumare, l’altro da collezionare.