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Il packaging attivo allunga la shelf-life dei prodotti

Il campo del packaging alimentare è uno dei più dinamici e all’avanguardia. E’ inoltre il settore in cui vengono investiti i maggiori fondi in ricerca nonché tra i maggiori che in cui trovano spesso spazio invenzioni e soluzioni innovative.

Non è un mistero che il food packaging sia un settore che non conosce declino, anzi stia conoscendo un forte sviluppo, insieme al mercato del cibo, sempre in fermento. Così, assecondando le tendenze e la sensibilità dei consumatori, anche nella rinnovata veste green ed ecologica, le confezioni e il packaging degli alimenti si rinnovano, scoprono nuove applicazioni e nuovi modi per parlare ai propri consumatori.

Negli ultimi tempi si sente parlare spesso di packaging alimentare attivo. Si tratta di una serie di procedure per cui si applica la tecnologia al prodotto imballaggio in modo che non sia un mero contenitore del prodotto, ma che svolga attivamente la sua funzione, di volta in volta strategica per implementare la conservazione del prodotto. Si tratta, a tutti gli effetti, di una evoluzione del confezionamento in pellicola. Nello specifico, parliamo di stratagemmi volti ad aumentare l’efficacia del packaging stesso e della sua funzione protettiva nei confronti dell’alimento, non limitandosi ad isolarlo, contenerlo e proteggerlo ma attivamente contribuendo ad allungare la sua shelf-life. Questo può avvenire principalmente con l’applicazione di accessori esterni oppure di additivi, componenti interni all’imballaggio stesso e al materiale di cui è composto.

Vediamo nei dettagli cos’è il packaging attivo e come funzionano i diversi tipi di tecnologia applicati alle confezioni.

1. Packaging attivo: accessori tecnologici in aiuto alla conservazione

Un primo metodo per rendere un packaging attivo è quello di inserire particolari accessori alle confezioni: si tratta di applicare specifiche valvole, “assorbitori” o “emanatori” di sostanze, a seconda delle esigenze del prodotto in questione. Questi dispositivi nel caso degli assorbitori, sottraggono alla confezione sostanze che compromettano e riducano la conservazione del prodotto come gas o umidità, spesso prodotti dai prodotti stessi nel loro ciclo vitale o come conseguenza dei processi produttivi a cui sono stati sottoposti.

Nel caso degli emanatori, invece, vengono immesse altre sostanze, in genere gas come ossigeno, anidride carbonica o etanolo, che invece favoriscano la conservazione. In entrambi i casi gli accessori interagiscono attivamente e continuamente con l’atmosfera interna della confezione o quindi con il prodotto stesso, prolungandone la conservabilità, che rimane l’obiettivo di questa pratica e del packaging attivo più in generale.

Va da sé che questo espediente sia utile e nello specifico dedicato ai prodotti confezionati sottovuoto o in atmosfera modificata, che rendono efficace l’emissione di sostanze utili alla conservazione dell’alimento e ne prevengono l’immediata dispersione.

Questo metodo è molto diffuso e spesso applicato per esempio alle confezioni del caffè in grani, che emette

2. Packaging attivo: un imballaggio di alta tecnologia

Un altro particolare tipo di imballaggio definito attivo è quello che prevede l’utilizzo di particolari materiali o additivi, sempre con lo scopo di aumentare la shelf life del prodotto alimentare in esso contenuto. Questa tipologia di packaging attivo prevede l’aggiunta di sostanze attive direttamente nel materiale di cui è fatto l’imballaggio, creando composti che incorporino queste sostanze nella loro struttura chimica, e con esse facciano propria la specifica funzione: da quelle assorbenti a quelle che contrastano le sostanze che si formano all’interno della confezione, fino ai composti che rilasciano sostanze che facilitano la conservazione.

Questo metodo, tra gli altri, è quello più utilizzato per preservare la freschezza degli ortaggi e della frutta, rendendo possibile l’assorbimento dell’etilene che questi prodotti emettono naturalmente durante la conservazione.

Esistono composti in grado di assorbire il vapore acqueo, altri che invece emettono anidride carbonica o altri gas utili ad inibire lo sviluppo microbico all’interno delle confezioni, altri che eliminano perfino l’ossigeno, la sostanza più temuta per la conservazione perché attiva i processi di ossidazione dei prodotti.

La tipologia di packaging a cui si può applicare questa tecnologia è senza dubbio il packaging in plastica e in particolare i film plastici, che vengono concepiti e composti in base alle esigenze. La pellicola plastica che avvolge l’alimento è la confezione ideale, quindi, per agire attivamente sulla sua conservazione neutralizzando sostanze indesiderate e potenziando la confezione con altre utili e di beneficio.

3. Packaging attivo e intelligente

Il sistema di packaging attivo è dunque una forma di confezionamento intelligente che persegue, con l’aiuto di avanzate tecnologie, l’obiettivo di prolungare la shelf-life dei prodotti, e all’occorrenza di preservarne le proprietà organolettiche, l’aroma nonché le sostanze nutritive, dando un notevole ed importante contributo al progresso del packaging alimentare.

CelVil è una realtà attiva nel mondo del packaging da diverse generazioni. Il suo team di esperti e professionisti, soprattutto nel settore dell’imballaggio alimentare, adotta le più avanzate tecnologie per produrre confezioni di qualità e all’avanguardia, nel rispetto delle normative e con un occhio al rispetto dell’ambiente.