Cos’è l’effetto barriera? È presto detto: per definizione, è la capacità di un determinato dispositivo di proteggere un elemento da agenti esterni favorendo il mantenimento del suo normale equilibrio fisico-chimico.
Il packaging, ed in particolare quello del settore alimentare, grazie alla tecnologia, ha sviluppato materiali e composti adatti a svolgere questa funzione, appunto di barriera, finalizzata ad un più efficace confezionamento e a migliori prestazioni di conservazione degli alimenti.
Come funziona l’effetto barriera
Idealmente, il packaging non dovrebbe dare luogo a trasferimenti di materia verso l’alimento (migrazione e/o cessione), infiltrazioni di liquidi, ossidamento dovuto al contatto con l’aria; così come dall’alimento verso il materiale di cui il packaging è costituito, e verso l’esterno (per esempio dispersione di liquidi, aromi, frammenti). In pratica il contenuto alimentare dovrebbe potersi preservare intatto dal momento della produzione a quello del consumo finale.
Realisticamente, è impossibile isolare completamente il contenuto, ma lo sviluppo di tecnologie dedicate propone soluzioni sempre migliori per una conservazione più efficace e duratura degli alimenti.
Il punto cruciale è che un prodotto alimentare ha più valore se conserva più a lungo le sue proprietà organolettiche. Questo è un valore per tutti i prodotti naturali, come frutta e verdura, e ancor di più per quelli processati, dalla carne alla pasta, ai composti, che risultano più delicati e necessitano dell’attuazione di strategie specifiche per la conservazione: controllo di temperatura, luce e umidità.
L’effetto barriera è inoltre essenziale per permettere il trasporto degli alimenti deperibili dal punto di raccolta o produzione fino ai luoghi deputati alla distribuzione, dai magazzini agli scaffali dei supermercati. Un buon effetto barriera, infatti, permette al prodotto di prolungare la sua possibilità di permanenza in questa fase, tra produzione e consumo, ovvero la cosiddetta “shelf-life”.
Come ottenere l’effetto barriera
Questa “shelf-life” è dunque un valore molto importante per un prodotto, ed è una caratteristica determinata dalla scelta del packaging adatto.
Vetro e metallo, da sempre largamente utilizzati, hanno limiti oggettivi a livello di effetto barriera, per cui vi è la tendenza generale di usare sempre più plastica nel packaging alimentare in sostituzione dei materiali tradizionali.
Il basso peso specifico, l’elevata possibilità di manipolazione, lavorazione e personalizzazione, l’inerzia chimico-fisica nei confronti del contenuto, uniti alla possibilità di un riciclo eco-friendly hanno reso i materiali plastici una scelta ottimale che si è imposta via via sempre più in questo mercato.
Il giusto materiale per un buon effetto barriera
La scelta del materiale utilizzato per l’imballaggio dovrà dunque essere molto accurata. Per ogni alimento la barriera richiesta potrà essere differente: naturalmente è necessaria una minore permeabilità agli agenti esterni (e quindi un aumento delle proprietà barriera) se il prodotto richiede maggiore protezione, se occorre conferirgli una maggiore durata o per esempio per ragioni commerciali/estetiche è necessario utilizzare un film più sottile. Di caso in caso, il packaging dovrà essere in grado di fornire un eccellente effetto barriera alle temperature, agli agenti chimici e, se necessario, anche all’aria, principale causa del deperimento precoce del prodotto.
Questo tipo di barriera, dedicato principalmente ai prodotti freschi, viene abbinato alla creazione di un’atmosfera modificata (o protettiva) in cui inserire il prodotto, perciò la scelta del materiale sarà fondamentale, per rendere efficaci una procedura di conservazione delicata come appunto il sottovuoto.
Per ogni tipologia di prodotto, dunque, può essere individuato il packaging ideale, il più adatto alle caratteristiche del contenuto, che preservi le sue caratteristiche distintive e fondamentali, siano esse il colore, la forma, l’aroma, e che lo protegga dagli agenti che ne causerebbero il deperimento, per alcuni la luce, per altri l’umidità, per altri ancora l’ossigeno.
Un buon packaging alimentare, in conclusione, si presenta resistente e dotato di un’efficace effetto barriera, personalizzata su misura del proprio contenuto, per garantire la qualità del prodotto e dunque espletare efficacemente il suo compito.