Tra le categorie di alimenti che necessitano specifiche tecniche di confezionamento, oltre a specifiche attenzioni di conservazione, vi sono certamente i prodotti surgelati. Questo particolare settore tiene conto del fattore termico, intorno al quale il packaging viene concepito, progettato e i che guida le varie fasi dal confezionamento fino al consumo. Questi alimenti vengono surgelati per poter essere conservati più a lungo e poter subire trasporto, stoccaggio e distribuzione quando lo stesso prodotto in assenza di questo accorgimento termico avrebbe una durata notevolmente più limitata. Inoltre i prodotti che abitualmente vengono surgelati sono quelli che di cui devono essere conservate perfettamente la qualità, la fragranza e le loro proprietà organolettiche, ma in modo particolare la sicurezza per i consumatori: infatti pesce e carne sono i principali prodotti che vengono surgelati perché è noto che la salute potrebbe essere compromessa dal loro consumo se avariati. La surgelazione è il processo mediante il quale si abbatte violentemente la temperatura dei prodotti, portandola fino a -18°C, ed è ritenuto il metodo più sicuro per la conservazione degli alimenti. Questa temperatura deve essere mantenuta costante ed evitare lo scongelamento, che causerebbe il deterioramento e proliferazione di batteri all’interno del prodotto.
Gli alimenti surgelati dunque vengono non solo confezionati, ma anche stoccati, trasportati e mantenuti, finché si trovano sul mercato, alla temperatura indicata di (almeno) -18°C, e questi processi si ascrivono alla cosiddetta catena del freddo, che può essere definita una serie di linee guida per la conservazione e il mantenimento degli alimenti surgelati, la cui qualità può in questo modo essere garantita ai consumatori.
Anche questi ultimi, tuttavia, dovrebbero essere informati e prestare la dovuta attenzione ai cibi surgelati che acquistano, avendo cura di mantenerli ad una temperatura consona, per esempio evitando sbalzi termici durante il trasporto oppure successivi scongelamenti e ricongelamenti che sono particolarmente dannosi per gli alimenti. Se la temperatura di -18°C è dunque un must per tutte le fasi della catena del freddo, dal produttore, al trasportatore, fino al rivenditore e distributore, anche il consumatore può fare la sua parte utilizzando appositi contenitori dalle proprietà termiche durante le fasi di passaggio da un congelatore all’altro.
A livello di packaging, nello specifico, i surgelati necessitano di un’accurata selezione dei materiali che andranno a costituire le confezioni. Quando si parla di confezionamento dei surgelati, infatti, generalmente ci si riferisce alle buste termiche, un particolare tipo di packaging che per le sue caratteristiche specifiche di isolamento permette il contenimento, la conservazione e il trasporto ottimale del cibo surgelato. Quest’ultima fase, che si riferisce alla movimentazione degli alimenti surgelati dalla sede di produzione al luogo di distribuzione, è particolarmente delicata e regolamentata da una specifica normativa.
Le buste termiche inoltre hanno caratteristiche di notevole resistenza agli urti e un’elevata impermeabilità ai liquidi, in questo modo prevengono fuoriuscite del contenuto anche nella malaugurata ipotesi di scongelamento e frammentazione dovuta a urti e sollecitazioni meccaniche che potrebbero occorrere durante le fasi di trasporto e stoccaggio.
Per questa tipologia di prodotti, infine, la tecnica di confezionamento ideale è il flow pack, che permette di utilizzare film specifici dotati delle caratteristiche sopra elencate, unite alla flessibilità del packaging e dunque all’adattabilità ai contenuti più disparati, oltre alla pressoché illimitata possibilità di personalizzazione tramite la stampa flessografica.
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