Packaging e spreco alimentare

Come aiutare l’ambiente con gli imballaggi alimentari

Nella lotta agli sprechi e all’inquinamento, per la conservazione ambientale e il risparmio di energia, spesso ci troviamo a considerare l’impatto che ha sull’ambiente il packaging dei prodotti che consumiamo, ed in particolare gli imballaggi alimentari.

Certo, una grande mole di rifiuti è prodotta ogni giorno con gli imballaggi degli alimenti, le confezioni sono spesso usa e getta, voluminose e non ottimizzate per il riciclo, piuttosto che molti prodotti sono avvolti in una quantità esagerata di materiale che viene così irrimediabilmente sprecato. Tuttavia, non tutte le confezioni sono nocive per l’ambiente, ed è possibile scegliere un packaging utile e virtuoso per l’ambiente, a partire dai materiali utilizzati per l’imballaggio alimentare.

Dal packaging biodegradabile a quello compostabile, fino ai più recenti e futuristici composti organici e bioplastici, vediamo quali tipologie di packaging alimentare innovativo abbiamo a disposizione per aiutare l’ambiente con le nostre scelte in fatto di imballaggi.

Imballaggi alimentari biodegradabili

Innanzitutto, il packaging ecologico più diffuso è quello realizzato in film biodegradabile.

Si tratta di uno speciale composto plastico che, grazie all’aggiunta di un additivo, assume la capacità di degradarsi nell’ambiente. Il periodo in cui questo materiale si decompone può essere variabile ed in genere va dai 9 mesi ai 5 anni.

Il vantaggio principale di questo materiale è che combina tutte le caratteristiche che generalmente vengono apprezzate dai film plastici tradizionali, a partire dalla robustezza, alla resistenza, alla durata nel tempo, alla proprietà non trascurabile di poter essere smaltito.

Le prestazioni di questo materiale, spesso usato per esempio per le shopper, sono paragonabili a quelle di un prodotto tradizionale e non biodegradabile, ma il suo impatto sull’ambiente è decisamente minore e per questo sta prendendo sempre più piede sul mercato.
Le condizioni ideali in cui il materiale, una volta terminata la sua funzione, può essere ri-immesso nell’ambiente sono quelle in cui vi sia presenza di luce e ossigeno, dunque si tratta di un prodotto relativamente facile da smaltire.

Questo film è particolarmente adatto per la fabbricazione di packaging alimentare biodegradabile: per via delle sue proprietà viene percepito come un materiale molto meno inquinante, non accumulandosi nell’ambiente e azzerando così il proprio impatto ambientale, ed è quindi particolarmente adatto nonché spesso associato ad un segmento di prodotti che si rifanno ai valori etici dell’ecologia e del rispetto dell’ambiente, dal biologico al vegetariano eccetera.

Imballaggi alimentari compostabili

Ideale per contenere prodotti alimentari e ancora più virtuoso del biodegradabile è il film cosiddetto compostabile.

Questo tipo di materiale è riutilizzabile alcune volte ma sopratutto, nel formato sacchetto o shopper, è utile un’ultima volta come contenitore dei rifiuti organici, a cui si unisce nel compost, per tornare a scomporsi e diventare nuovamente materia organica.

Questa sua funzione lo rende un prodotto diffusissimo, rispettoso dell’ambiente e vantaggioso perché favorisce la creazione di humus e concime, oltre ad essere un eccellente strumento per contenere prodotti alimentari come frutta e verdura, da preferire sfusi rispetto alle confezioni in plastica tradizionale o nell’inquinante polistirolo.

A differenza del film biodegradabile, il compostabile riesce poi a disintegrarsi completamente anche in assenza di luce e il processo può avvenire senza lasciare traccia in meno di tre mesi.

Imballaggi alimentari di origine organica: la scelta sostenibile

Il più recente tipo di film per imballaggio che rispetti l’ambiente e si possa definire ecologico è senza dubbio quello in bioplastica. Per bioplastica si intende un materiale di origine organica, che non solo sia compostabile ma la cui origine sia biologica.

Alcuni esempi sono film composti di amido di mais, di patate, fino ad arrivare a quelli a base di scarti alimentari di vario tipo. Questo tipo di packaging alimentare è definito sostenibile perché utilizza come materia prima fonti rinnovabili, che possono essere riprodotte e rigenerate, nel caso specifico trattandosi di materia prima di origine vegetale. Più rari e sperimentali i casi in cui si utilizzino composti di origine animale, come ad esempio quelli derivati da scarti di crostacei.

In ogni caso questo tipo di packaging si prefigura come il più innovativo e virtuoso di tutti, combinando alla riduzione dell’inquinamento, dalla produzione allo smaltimento, anche un’eccellente riutilizzo di materie altrimenti destinate allo smaltimento, riducendo quindi al contempo gli sprechi alimentari e la mole di rifiuti immessi nell’ambiente.

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