Il packaging del caffè è da sempre un interessante campo di applicazione per la tecnologia dell’imballaggio. L’alta deteriorabilità e delicatezza di questo prodotto fa sì che sia necessario un concerto di caratteristiche, tra cui spicca l’eccellente effetto barriera, perché il caffè possa mantenere intatta la sua aroma, fragranza e dunque la sua qualità dal momento della produzione, al confezionamento e per tutta la filiera fino a giungere al consumatore.
Dal momento che il caffè ha bisogno di un packaging specifico, che garantisca protezione all’entrata di gas, umidità, luce e altri fattori esterni, e allo stesso tempo che assicuri il mantenimento delle proprietà organolettiche, la scelta per il suo imballaggio ricade necessariamente su un tipo di packaging ermetico. Vediamone tre tipologie comuni ed efficaci, adatte ai diversi tipi di caffè da quello in grani a quello macinato.
Le buste con valvola o microforatura
Il metodo più utilizzato e pratico per l’imballaggio il caffè è certamente la classica busta.
Le buste per il caffè sono generalmente realizzate in un film plastico monostrato, o più spesso accoppiato, in modo da garantire un’ottimale effetto barriera, sia dall’esterno, che dall’interno.
Se il prodotto da confezionare, nello specifico, è caffè in grani si rende assolutamente necessario l’applicazione di un dispositivo di traspirazione. Infatti il caffè in grani tostato naturalmente rilascia dei gas che devono poter essere espulsi dalla confezione per non comprometterne il contenuto. Questa problematica viene ovviata inserendo una valvola di degassazione nel film utilizzato, oppure in alternativa praticando una microforatura sulla sua superficie; la valvola in particolare permette la traspirazione unicamente in uscita e consente di liberare i gas prodotti dal caffè, pur sempre mantenendo l’effetto barriera e proteggendo il contenuto da gas, umidità e altri agenti esterni.
Le buste sottovuoto
Le buste dedicate al caffè macinato, invece, possono variare in quanto a materiale e tecniche di confezionamento. Innanzitutto, il caffè macinato viene confezionato sottovuoto, così che conservi intatte tutte le sue caratteristiche organolettiche. Uno tra i materiali compatibili più utilizzato è il “triplice accoppiato”, ovvero un film composto dai tre materiali: PET (polietilene tereftalato), ALU (alluminio) e PE (polietilene).
In entrambi i casi le buste sono ermetiche al momento del confezionamento, ma una volta aperte, pur proteggendo il contenuto da umidità, liquidi e contaminazioni, lasciano inevitabilmente passare aria e ossigeno, per cui, soprattutto nel caso del caffè macinato, così sensibile al deterioramento, è consigliabile consumare il prodotto nell’arco di un breve periodo oppure trasferirlo in un contenitore ermetico, per esempio un barattolo in vetro nel caso di consumo casalingo.
I barattoli ermetici
Una terza possibilità per il confezionamento ermetico del caffè è rappresentata dai barattoli ermetici. Questi barattoli funzionano analogamente ai classici contenitori casalinghi in vetro con il tappo con guarnizione: il concetto è quello di permettere non solo il confezionamento, ma anche e soprattutto la conservazione del prodotto in modo ermetico una volta aperto, perché mantenga più a lungo l’aroma e le sue caratteristiche. I barattoli sono in genere costituiti di una struttura composita: la parte cilindrica rigida è in cartone, materiale che può essere accoppiato a diversi altri come l’alluminio all’interno per garantire una proprietà di barriera, una base in metallo e un tappo di plastica come chiusura. Alcuni di questi barattoli diffusi sul mercato sono dotati in aggiunta di accessori come sigilli salva freschezza e pellicole di alluminio da rimuovere alla prima apertura, e costituiscono una valida alternativa ai contenitori tradizionali di latta o di metallo, essendo certamente più leggeri, ecologici ed economici.