Il packaging alimentare utilizza sempre di più la plastica come materiale costitutivo degli imballaggi. Questo per via delle caratteristiche chimico-fisiche della plastica e delle sue innumerevoli applicazioni. In particolare si tratta di film plastici, prodotti miscelando diversi materiali fino ad ottenere il composto perfetto per il prodotto oggetto dell’imballaggio. Il film plastico infatti detiene la maggior parte delle proprietà desiderabili per un buon packaging alimentare.
Plastica alimentare: cos’è esattamente
Quando abbiamo a che fare con materiali plastici idonei al contatto con gli alimenti, e per questo impiegati per realizzare imballaggi di generi alimentari, cibo e bevande, ma anche per produrre oggetti di consumo e trasporto monouso come vaschette, piatti, bicchieri, sacchetti etc parliamo di plastica alimentare.
I materiali plastici sono ottimi per il contatto con gli alimenti, se opportunamente concepiti per questa funzione, come vedremo. La plastica è in genere un materiale molto leggero che viene largamente utilizzato nel settore alimentare per le sue proprietà di atossicità, basso assorbimento d’acqua e per la sua elevata resistenza agli agenti chimici. I materiali plastici sono infine riciclabili e rispetto agli altri materiali da imballaggio sono straordinariamente versatili dal punto di vista del design, basti pensare alle bobine flow-pack.
Anche i sacchetti di plastica per alimenti, per esempio, sono parte della nostra quotidianità: per fare la spesa, contenere, raggruppare e trasportare generi alimentari durante la spesa, sia al mercato o al centro commerciale, ogni giorno milioni di buste di plastica si muovono tra le mani dei consumatori.
I materiali plastici per gli alimenti: la normativa
Materiali plastici come il polietilene ed il polipropilene sono quelli che, secondo la normativa, sono adatti ad entrare a contatto con gli alimenti perché non comportano rischi per la salute dei consumatori, non apportano modifiche o alterazioni inaccettabili alla composizione degli alimenti con i quali entrano in contatto, né causano un deterioramento delle caratteristiche organolettiche degli alimenti.
La normativa fa riferimento a tutto ciò che viene a contatto con i prodotti alimentari, come MOCA, ovvero Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti. Vengono considerati MOCA tutti i macchinari e gli strumenti utilizzati nella produzione, nell’imballaggio, nell’imballaggio, nella somministrazione e nel consumo, quindi gli imballaggi, i contenitori, recipienti, fino a utensili e posate da cucina e da consumo, insomma ogni oggetto che i prodotti alimentari possono incontrare lungo l’intera filiera industriale.
Perché vengono individuati e considerati i MOCA? Poiché possono essere fonte di contaminazione, il loro impiego deve essere strettamente disciplinato a garanzia di sicurezza per i consumatori.
Esiste una normativa a livello europeo che indica requisiti e metodi di controllo per la libera circolazione delle merci e quindi dei MOCA: si tratta del Regolamento (CE) n. 1935/2004, che ne stabilisce i principi generali di sicurezza, tra cui l’atossicità (la garanzia che gli oggetti non rilascino sostanze dannose per la salute umana) e la non contaminazione (gli oggetti non devono modificare in alcun modo l’alimento, nella sua composizione, aroma e qualità organolettiche), ma indica anche le relative procedure per valutare questi aspetti, e individuare i materiali più idonei e certificati. Il regolamento contiene anche indicazioni sulle regole di etichettatura, a partire dal famoso marchio del “bicchiere e forchetta” che viene apposto su ogni oggetto approvato per il contatto alimentare.
Il regolamento CE 1935/2004 è la normativa di riferimento per tutti i MOCA, mentre il Regolamento (CE) n. 2023/2006 tratta nello specifico le procedure di fabbricazione di MOCA, e la relativa tracciabilità, oltre a definire gli strumenti di dichiarazione e certificazione di conformità. La dichiarazione è una presa di responsabilità, obbligatoria da parte dell’azienda produttrice, mentre la certificazione ha carattere volontario per fornire un’ulteriore garanzia di rispetto delle normative.
I simboli della plastica per alimenti
Abbiamo accennato al celebre logo che distingue i materiali idonei al contatto alimentare. Oltre a questo, tra gli altri simboli che la plastica per alimenti deve per legge esporre chiaramente ci sono le sigle del materiale di cui è composto, oltre alle indicazioni, in formato testuale oppure in simbolo, su come smaltire correttamente l’imballaggio. Se l’imballaggio è realizzato in plastica, ad esempio, sarà necessario anche indicarne la specifica tipologia: le sigle PE, PET , PP ad esempio, indicano che le confezioni sono costituite di Polietilene e Polipropilene, che sono senza dubbio plastiche riciclabili. Nello specifico questa indicazione sulle bottiglie di plastica, di acqua o altre bevande, le vaschette per i cibo, da quelle della frutta a quelle di rosticceria o pasticceria, le varie confezioni degli alimenti dal riso alla pasta purché rientrino nelle categorie di cui sopra, comunica chiaramente al consumatore come questi imballaggi possano essere separate dagli altri materiali di imballaggio ed essere raccolti nell’apposito cassonetto della plastica. Anche la pellicola alimentare è totalmente riciclabile e dunque va raccolta separatamente. Il riciclo dei sacchetti in plastica è soggetto ad una selezione in base ai componenti, alcuni dei quali non possono essere convertiti, altri che invece potrebbero produrre sostanze dannose durante la combustione.
Le sigle dei materiali adatti al contatto alimentare e al contempo riciclabili sono PE, PET , PP ma anche CA e ALU e questo è un aiuto prezioso per l’utente, per aiutarlo ad individuare più facilmente la tipologia di materiale e dunque la modalità corretta di riciclo per qualsiasi imballaggio.
Le migliori plastiche per uso alimentare
I film plastici, in particolare polietilene e polipropilene, sono tra i materiali preferiti per gli imballaggi alimentari perché, oltre a rispettare la normativa, hanno anche particolari caratteristiche che li rendono utili e funzionali, persino indispensabili per ottenere specifiche performance tecniche di conservazione degli alimenti.
Innanzitutto i materiali plastici sono perfetti per ottenere un buon effetto barriera, ovvero proteggono meglio della maggior parte degli altri materiali il proprio contenuto, per via delle loro caratteristiche chimico-fisiche: isolamento dalla luce, calore, aria sono permessi dalla plastica più che da materiali di imballaggio come il vetro, il cartone, l’alluminio.
Inoltre, a seconda della specifica applicazione e del tipo di prodotto che è necessario imballare, è possibile accoppiare un materiale come il polipropilene con film di altri materiali, in cui diversi accoppiamenti di film corrispondono a diverse funzioni di conservazione del prodotto all’interno e assicurano una maggiore protezione per i prodotti, come un’adeguata barriera a gas e vapori, oltre alla prevenzione dalla degradazione fisica e biologica.
Il polietilene, tra tutte le materie plastiche, oltre ad essere di facile smaltimento, ha un’estrema potenzialità di personalizzazione, grazie alla tecnica cosiddetta flessografica, che permette di customizzarlo con qualsiasi tipo di immagine o grafica. Questo tipo di materiale può essere tagliato su misura del prodotto e soprattutto delle esigenze comunicative e di marketing del produttore stesso, che avrà innumerevoli possibilità di giocare sul piano estetico, oltre che funzionale, per presentare il suo prodotto ai consumatori, rendendolo unico e desiderabile, spiccando tra la concorrenza sugli scaffali di distribuzione.
Polipropilene per alimenti
Il polipropilene è un altro dei materiali plastici tra i più adatti per la produzione di packaging alimentare. Secondo la normativa, infatti, non comporta rischi di contaminazione per la salute dei consumatori, non apporta modifiche o alterazioni inaccettabili alla composizione degli alimenti con i quali entra in contatto, né causa un deterioramento delle caratteristiche organolettiche degli alimenti ed è per questo una delle sostanze più sicure per essere usata a contatto con gli alimenti.
Il polipropilene per alimenti può essere prodotto nella versione monostrato, bilaccato oppure accoppiato, come vedremo nel prossimo paragrafo, si è rivelato estremamente versatile per la possibilità di combinare e modulare le sue caratteristiche. Se il semplice monostrato è già eccellente nella conservazione dei prodotti alimentari, per via dell’ottimo effetto barriera, ossia l’isolamento dagli agenti esterni e la protezione del contenuto, per mantenere inalterate le proprietà dei prodotti alimentari e conservarne tutto il gusto, il polipropilene bilaccato, subisce un trattamento aggiuntivo per conservare ancora meglio l’aroma del prodotto.
Va da sé che, in base alle specifiche richieste di conservazione, isolamento, protezione del prodotto, il polipropilene sarà impiegato per trattenere gli aromi, lasciar traspirare un prodotto che lo richieda, mantenere un buon effetto barriera così come per fornire protezione dalla luce o dalla temperatura.
I film plastici permettono di creare facilmente un’atmosfera protettiva e modificata e di applicare l’effetto sottovuoto, che ha rivoluzionato il mondo della conservazione degli alimenti, e questa caratteristica li rende assolutamente unici rispetto a tutti gli altri materiali di imballaggio.
È per via di questi grandi vantaggi che apporta alla conservazione degli alimenti, e quindi il suo grande contributo al miglioramento della loro shelf-life, che il polietilene e il polipropilene per alimenti sono i materiali più diffusi e ampiamente utilizzati nel campo dell’industria alimentare.
Altri tipi di plastica per gli alimenti
A seconda della specifica applicazione e del tipo di prodotto che è necessario imballare è possibile accoppiare il polipropilene con film di altri materiali e ottenere nuovi “super materiali” che vanno così a combinare le proprie rispettive caratteristiche mettendole al servizio della conservazione dei generi alimentari. Il packaging così composto può svolgere diverse funzioni di conservazione del prodotto e quindi aggiungere ulteriore protezione o specifiche funzionalità , come un’adeguata barriera a gas e vapori, oltre alla prevenzione dalla degradazione fisica e biologica.
L’accoppiamento è chiamato anche laminazione e consiste nell’unione di due o più materiali, combinandone le proprietà in unico supporto in cui la parte interna potrà avere funzioni specifiche per il contatto, la protezione, la conservazione degli alimenti, mentre lo strato esterno dovrà soddisfare necessità totalmente diverse, come ad esempio la resistenza agli urti o ancora la comunicazione: dovrà poter dare “carta bianca” a clienti e creativi e servire il più possibile finalità pubblicitarie o di presentazione del prodotto, di creazione di una sua identità ed immagine. Anche da questo punto di vista il polipropilene risulta un alleato efficace, perché altamente personalizzabile tramite stampa, oltre a poter fornire ulteriore protezione dagli agenti esterni e resistenza agli urti.