Simboli della plastica riciclabile e non
I packaging plastici non sono tutti uguali. Che siano concepiti a fini alimentari oppure no, esistono vari materiali, tutti genericamente indicati come ‘plastici’ ma sostanzialmente diversi: ognuno si differenzia per proprietà di utilizzo e smaltimento, che vengono indicate con simboli secondo un codice specifico. E’ dunque bene conoscere il codice dei simboli usati per gli imballaggi in plastica per decidere al meglio come disporne dopo l’uso. Un corretto smaltimento, differenziando correttamente gli imballaggi e destinando al riciclo i contenitori che possono subire questo processo, è un gesto che consente di diminuire il proprio impatto ambientale, rimettendo in circolo delle materie prime che possono continuare ad essere utili prima di essere definitivamente smaltite ed eliminate.
Simboli per la plastica riciclabile
Per poter correttamente distinguere la plastica riciclabile è stato necessario regolamentarne le tipologie e istituire un vero e proprio impianto normativo. I simboli del riciclo, ovvero che rendono riconoscibile ogni imballaggio riciclabile, non solo in plastica, sono due: il primo è il simbolo internazionale del riciclaggio, composto da tre frecce che formano un nastro di Möbius, ed è stato istituito con apposite direttive tra cui la Decisione della Commissione Europea del 28 gennaio 1997 e la direttiva europea 94/62/CE, successivamente modificata dalla direttiva (UE) 2018/852. Questo simbolo viene riconosciuto a livello non solo europeo ma internazionale per identificare ogni materiale potenzialmente riciclabile, sia esso plastica carta alluminio etc. Il secondo è una sua variante, ovvero un triangolo composto da 3 frecce che si inseguono, e che può essere accompagnato da una combinazione di numeri da 1 a 7 e sigle che identificano i vari polimeri di cui è costituito lo specifico materiale.
Tipicamente entrambi i simboli del riciclo vengono apposti agli imballaggi in plastica insieme agli attributi alfanumerici che identificano lo specifico materiale impiegato e la loro introduzione è stata pensata per portare l’attenzione degli utenti al tema del riciclo, oltre a guidarli nel riconoscimento gli imballaggi riciclabili. In questo il compito dei cittadini viene facilitato, incoraggiandoli alla raccolta differenziata e alle buone pratiche di riciclaggio.
Simboli della plastica non riciclabile
Anche la plastica non riciclabile viene segnalata con un’apposita simbologia. In genere un imballaggio in plastica non può essere riciclata riporta il simbolo delle tre frecce accompagnato dal numero 07, che indica nel loro insieme tutte le plastiche che sono quindi destinate, tra i contenitori raccolta differenziata, a quelli del rifiuto secco o non riciclabile.
E’ dunque fondamentale riconoscere questi imballaggi e riporli in un contenitore diverso rispetto agli altri, in modo da agevolare le operazioni di raccolta e smistamento dei materiali che invece possono essere riciclati.
I simboli sui contenitori di plastica
I contenitori in plastica riportano spesso un’altra serie di simboli, non strettamente legati alla possibilità di essere o meno riciclati.I
- Il simbolo esagonale. Questo simbolo si trova sugli imballaggi o contenitori per i liquidi, ovvero la bottiglia, il barattolo, il vaso, la scatola e qualsiasi altro involucro sigillato.
- Il bicchiere e la forchetta. Questo simbolo indica che il materiale dell’articolo che si acquista è idoneo all’imballaggio e conservazione di alimenti, senza rischio di contaminazioni o alterazioni del proprio contenuto. E’ il simbolo che ci permette di riconoscere la plastica ad uso alimentare.
“Tidyman”. Un logo comunissimo, quello che rappresenta un omino che getta rifiuti in un bidone. Non ha una particolare attinenza agli imballaggi in plastica ma si riferisce alla buona pratica di utilizzare appositi contenitori per i propri rifiuti, ricordando l’importanza di non disperderli nell’ambiente.
Materiali plastici: simboli e numeri
Come anticipato, all’interno del simbolo triangolare vengono generalmente indicati dei codici che corrispondono alla tipologia specifica di materiale, al polimero utilizzato per la sua composizione.
Scendiamo ora nel particolare, per analizzare come simboli, sigle e numeri vengono combinati per dare luogo ad un vero e proprio codice di riconoscimento degli imballaggi plastici.
Nel caso dei contenitori per liquidi, come sappiamo, l’imballaggio riporterà un esagono, e questo sostituirà il triangolo su questo tipo di confezioni.
Per quanto riguarda la plastica, ve ne sono 7 tipi. I materiali plastici riciclabili sono indicati con numeri dall’1 al 6, il settimo designa invece i materiali plastici non riciclabili.
- PET o polietilentereftalato (1)
Il PET viene indicato con simbolo recante il suo nome all’interno di un cerchio o poligono esagonale, spesso con simbolo delle frecce che si rincorrono, con al suo interno il numero 1 (con o senza sigla).
Si tratta del materiale plastico più indicato per gli alimenti e utilizzato largamente per bottiglie e altri recipienti trasparenti per acqua, bibite e altri cibi liquidi, oltre che per palloni sonda, tessuti, bicchieri. Si tratta di un materiale molto leggero (circa 40 grammi per bottiglia da 1,5 litri), infrangibile e ideale per confezionare prodotti generalmente monouso e freddi, poiché le elevate temperature potrebbero causarne la degradazione e il rilascio di sostanze tossiche. Per via della sua composizione chimica il PET è riciclabile al 100% e in misura praticamente illimitata.
- HDPE – Polietilene ad Alta Densità (2)
PE è la sigla che indica il Polietilene, una resina termoplastica ottenuta dalla polimerizzazione dell’etilene.
In particolare il PE ad alta densità (HDPE, PE-HD) è un materiale rigido, resistente e altamente riciclabile. Lo si può trovare indicato con la sigla ma anche con il numero 2 posto all’interno del simbolo triangolare o all’interno del simbolo circolare. I prodotti finali in Polietilene ad Alta Densità possono essere, tra gli altri, sacchetti della spesa e per l’immondizia, contenitori di cibo come yogurt e surgelati, flaconi per saponi e detergenti. Le sue caratteristiche, in particolare la sua resistenza e versatilità, lo rendono un materiale da imballaggio particolarmente prezioso e performante in termini di riciclabilità: può infatti essere rigenerato numerose volte e con eccellenti risultati.
- PVC – Polivinilcloruro (3)
PVC è la sigla del Polivinilcloruro, un’altra sostanza plastica riconducibile alla famiglia delle termoplastiche. A differenza dei precedenti, il PVC prende una consistenza gommosa: serve per produrre bottiglie, tapparelle e tubazioni, materiali per imballaggi, finte pelli, giocattoli, parti di automobili, nastro isolante, fili elettrici, ecc. Lo si può trovare indicato anche col numero 3 all’interno del simbolo triangolare del riciclo o all’interno del simbolo circolare.
- LDPE – Polietilene a Bassa Densità (4)
Si tratta di polietilene a bassa densità (LDPE, PE-LD) e anche questo simbolo insieme al codice corrispondente, il numero 4, può essere inscritto all’interno del triangolo, esagono o cerchio a seconda della destinazione d’uso dell’imballaggio.
- PP – Polipropilene (5)
PP indica il Polipropilene o Moplen, anch’essa parte della famiglia delle termoplastiche. Viene utilizzata per realizzare un altissimo numero di oggetti, tra cui contenitori, oggetti di arredamento e per la casa, flaconi per detersivi, giocattoli, siringhe ecc. Lo si può trovare indicato anche con il numero 5 all’interno del simbolo triangolare del riciclo o all’interno del simbolo circolare.
- PS – Polistirene (6)
Il Polistirolo o Polistirene è indicato dalla sigla PS ed è un ulteriore materiale termoplastico. Ottenuto quale derivato dal petrolio con aggiunta di pentano, ha un utilizzo specifico come isolante nelle costruzioni, così come protezione nell’imballaggio di merci e prodotti. Lo si può trovare indicato anche con il numero 6 all’ interno del simbolo triangolare del riciclo o all’interno del simbolo circolare.
- Altri polimeri non riciclabili (7)
Altri polimeri plastici generici vengono indicati col numero 7 all’interno del simbolo triangolare del riciclo o all’interno del simbolo circolare, con la dicitura “Altri” oppure “PI” che significa genericamente materiali poli-accoppiati: NON sono plastica, tra cui i termoindurenti e gli elastomeri, bensì accoppiamenti di materiali di diverso tipo non separabili, ad esempio carta-plastica, plastica-alluminio, carta-alluminio, tipici esempi di impiego sono la carta dei salumi, del pollo arrosto, la confezione del caffè, alcune bustine per medicine, i tessuti plastificati ecc. In quanto accoppiati questi materiali non sono riciclabili, e sono quindi da smaltire di conseguenza nei contenitori dell’indifferenziata.
- Il Tetra Pak, largamente impiegato per imballaggi dei cartoni del latte, dei succhi di frutta, ecc. invece merita un discorso a parte: nonostante si tratti di un imballaggio poli-accoppiato, è un rifiuto altamente riciclabile, perché composto per la maggior parte da cellulosa. Tuttavia, è bene sapere che a seconda dei diversi regolamenti comunali potrebbe essere necessario conferirlo nei bidoni della plastica o della carta.
- Da ultimo, il caso particolare della plastica biodegradabile. Diversamente dalle altre plastiche, questo tipo di polimero non viene riciclato ma se correttamente raccolto e separato dal resto dei rifiuti, può arrivare a decomporsi ed essere re-immesso nell’ambiente. I simboli per indicare questo tipo di materiale fanno riferimento alla normativa UNI EN 13432:2002 e generalmente sulla confezione è riportata esplicitamente la frase “Prodotto biodegradabile e compostabile conforme alle normative comunitarie EN 13432”, spesso accompagnata dal logo “OK Compost”.
Cosa va nella raccolta differenziata della plastica
Come riconoscere dunque gli imballaggi in plastica da riporre nei contenitori della raccolta differenziata?
IN generale è importante smaltire correttamente i propri rifiuti, per agevolare le operazioni di smistamento, selezione ai diversi centri di gestione, siano essi materiali organici destinati alla produzione di compost, o imballaggi che verranno definitivamente smaltiti in un termo valorizzatore. Nel caso della plastica è ancora più fondamentale suddividere gli imballaggi riciclabili da quelli che non lo sono: è responsabilità del singolo infatti, poter ridurre drasticamente la quantità di rifiuti, ovvero di imballaggi destinati alla combustione, e aumentare invece quella di materiali che potranno essere recuperati e rilavorati, a cui donare una nuova vita e una nuova funzione.