Ricorrere al packaging flessibile può rivelarsi una mossa vincente per il posizionamento e le vendite di un prodotto. Specialmente in alcuni settori specifici, come quello alimentare e la cosmesi. E packaging flessibile, in molti casi, è sinonimo di stampa flessografica, ovvero il sistema con il quale vengono realizzati gli imballaggi.
Di cosa si tratta? E, soprattutto, quali sono i vantaggi di questo tipo di stampa?
Cos’è la stampa flessografica
Si tratta di un metodo di stampa a rotativa diretta. Per fare un esempio, pensate alla stampa tipografica lineare, la stessa utilizzata per i quotidiani. La stampa flessografica, quindi, funziona in questo modo:
- I cliché sono delle matrici (di gomma o di materiali fotopolimerici), delle lastre sulle quali, in rilievo, c’è la scritta o l’immagine da stampare;
- L’inchiostro viene applicato a un rullo d’acciaio.
A seconda del numero di celle che sono presenti sulla superficie del rullo, è possibile eseguire una stampa con un livello maggiore o minore di dettaglio.
I materiali
Per quanto riguarda i materiali sui quali la stampa flessografica può essere usata, questi sono molto vari, e si passa dai cartoni agli shopper ai laminati in metallo. Anche se il principale ambito di applicazione della stampa flessografica resta quello dei film plastici per l’imballaggio di generi alimentari.
I 3 vantaggi
- Velocità. Il principale vantaggio della stampa flessografica è questo: permette al cliente di avere gli item stampati che gli occorrono in un tempo relativamente breve.
- Basse tirature. Diversamente da altri tipi di stampa, la flessografica permette di fare stampe anche a bassa tiratura, un particolare che la rende molto conveniente.
- Inchiostri. La stampa flessografica consente l’utilizzo di inchiostri a base di solvente/acqua. Questo è molto importante sotto diversi punti di vista: biodegradabilità del packaging, sicurezza dell’acquirente, sicurezza dell’alimento eventualmente contenuto nei film plastici per l’imballaggio alimentare.