Packaging cosmetico

Shelf-life: definizione di una parola chiave del mondo del packaging

Per shelf-life s’intende la vita commerciale di un prodotto, in particolare alimentare, ovvero il periodo di tempo in cui un alimento può essere tenuto in determinate condizioni di conservazione e mantenere ottimali la sua qualità e la sua sicurezza.
La vita commerciale di un prodotto ha inizio nel momento della sua produzione e termina nel momento del suo consumo da parte dell’utente finale.
La shelf-life di un prodotto è normalmente indicata sull’etichetta alimentare, con la data unita alla particolare dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”. Questa data riflette il periodo di tempo in cui (a seconda di diversi fattori quali il processo di produzione, il tipo di confezionamento, le condizioni di conservazione e gli ingredienti) un alimento può ragionevolmente mantenere la sua miglior qualità e preservare le sue caratteristiche distintive, ad esempio il sapore, il colore, la forma, l’aroma.
L’aspetto principale della shelf-life è preservare l’aspetto e la qualità del prodotto e proteggerlo dagli agenti che ne causerebbero il deperimento, per alcuni la luce, per altri l’umidità, per altri ancora l’ossigeno. Si tratta di un valore molto importante soprattutto per gli alimenti processati, dalla carne alla pasta, e per i freschi, che risultano più delicati e necessitano dell’attuazione di strategie specifiche per la conservazione: controllo di temperatura, luce e umidità.
È importante non solo a livello estetico, per migliorare la qualità di un prodotto e quindi il suo valore commerciale, ma anche e soprattutto a livello di sicurezza sanitaria: alcuni alimenti in particolare, infatti, possono presentare un rischio di intossicazione alimentare se consumati dopo la data di utilizzo.

Shelf life: determinazione e normativa

È una responsabilità dei produttori alimentari determinare la vita commerciale ed attuare di conseguenza le misure per assicurare al loro prodotto la shelf-life adeguata.

  • Fondamentale sarà allora la scelta di un packaging adatto, nonché personalizzato, di un materiale di imballaggio che rispetti le esigenze del prodotto (per esempio traspirazione o isolamento) e che assicuri il mantenimento dell’effetto barriera individuato come necessario alla sua conservazione.
  • Anche la scelta di un metodo di confezionamento congruo con le caratteristiche del prodotto è un fattore chiave della shelf-life: per esempio l’imballaggio sottovuoto o in atmosfera modificata dovrà essere mantenuto il più a lungo possibile dal packaging che perciò dovrà essere selezionato tenendo conto di queste specifiche condizioni.
  • Inoltre un valore aggiunto sarà dato dal packaging fornisca al consumatore delle strategie semplici ed efficaci per mettere in atto una miglior conservazione del prodotto, tramite l’apposizione di specifici accessori, dalle valvole alle chiusure a zip.
  • Infine, sarà compito del produttore etichettare di conseguenza i prodotti, riportando data di scadenza e modalità di conservazione ben chiare e fruibili dagli utenti (questo comprende indicazioni come ad esempio “mantenere refrigerato una volta aperto”).

A livello di materiale di imballaggio, vetro e metallo, da sempre largamente utilizzati, hanno limiti oggettivi a livello di effetto barriera, per cui vi è la tendenza generale di usare sempre più la plastica nel packaging alimentare, che assicura performance più flessibili e personalizzate rispetto ai materiali tradizionali e la cui industria è in costante ricerca di soluzioni per migliorarne l’efficienza.
La shelf-life è determinata dalle caratteristiche dell’alimento che influenzano la sua sicurezza e/o qualità: in primis gli ingredienti utilizzati, il processo di produzione, il tipo di confezionamento, ad esempio il confezionamento sottovuoto o il confezionamento in atmosfera modificata utilizzati per allungare la vita commerciale del prodotto e le condizioni di conservazione in cui il prodotto verrà venduto. Dove necessario, il produttore può condurre anche altri studi come campionamento e analisi microbiologiche.
La determinazione della shelf-life è una parte dei sistemi di gestione della sicurezza alimentare dei produttori e viene regolamentata da una precisa normativa a livello europeo:

  • La Direttiva 2000/13/EC sull’etichettatura, sulla presentazione e sulla pubblicità degli alimenti;
  • Il Regolamento1169/2011 sull’informazione alimentare per i consumatori;
  • Il Regolamento 2073/2005 sui criteri microbiologici per gli alimenti.

Produttori e consumatori: due punti di vista sulla shelf-life

Dal punto di vista del produttore, shelf-life significa che un prodotto alimentare ha un valore maggiore se conserva più a lungo le sue proprietà organolettiche, è più ambito e interessante agli occhi del consumatore. Un’ottima shelf-life, ottenuta grazie alla selezione dei materiali adatti per il packaging e alle tecniche d’imballaggio, è un ottimo valore da utilizzare in comunicazione per attirare gli utenti e distinguersi dalla concorrenza.
Un altro punto essenziale è la possibilità di trasporto degli alimenti dal punto di raccolta o produzione fino ai luoghi deputati alla distribuzione, dai magazzini agli scaffali dei supermercati. Un buon imballaggio protegge il contenuto sin da questa fase, in cui può subire stress dovuti al cambio di ambiente e danneggiamenti se non adeguatamente confezionato, per poi prolungare la sua possibilità di permanenza nella fase finale: tutto questo permette di ottimizzare i tempi di produzione, trasporto, rifornimento e dunque una parte importante del processo produttivo, con un potenziale notevole risparmio da parte dell’azienda.
Lato consumatori, invece, lo scopo della shelf-life è l’utilizzo sicuro e consapevole degli alimenti. La vita commerciale degli alimenti dovrebbe essere considerata valida solo se il prodotto viene comprato intatto e non danneggiato. I consumatori dovrebbero sempre seguire le istruzioni di conservazione dei produttori, in particolare la temperatura a cui mantenere prodotto dopo l’apertura. Viene anche loro raccomandato di considerare le informazioni sulla shelf-life per ridurre o evitare sprechi alimentari. Per esempio, la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” indica che i prodotti potranno essere consumati con una certa flessibilità, dettata dal buon senso, anche in seguito alla data di scadenza.

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