Chi vuole immettere i propri prodotti in un determinato mercato sa che l’imballaggio è un aspetto di primaria importanza. Per realizzare dei packaging accattivanti, performanti e adatti a una varietà di prodotti il più vasta possibile, l’industria degli imballaggi ha adottato una tecnica del tutto particolare, un metodo di taglio preso “in prestito” dal mondo della pelletteria e dei calzaturifici: la fustellatura. Scopriamo il significato del termine fustellatura, cosa si intende e come viene realizzato un imballaggio con questa tecnica e per quali tipologie di prodotti è più adatta o strategica questa tipologia di packaging.
Cos’è la fustellatura
La fustellatura è una tecnica che viene utilizzata dalle tipografie per realizzare prodotti da imballaggio dalla forma particolare, dal dedsign personalizzato e realizzato ad hoc per uno specifico prodotto. La fustellatura si propone così come tecnica di imballaggio alternativa all’imbustamento, all’avvolgimento in pellicola, o ancora al contenitore in plastica estrusa, e consente di tagliare gli stampati in base alle esigenze specifiche del cliente e del suo prodotto, conferendo in questo modo la forma desiderata al materiale da imballaggio.
A cosa serve la fustellatura
In generale, la fustellatura serve per eseguire tagli identici e precisi ed è, perciò, utilizzata anche in altri ambiti industriali come, per esempio, la pelletteria, da cui è stata mutuata come tecnica di taglio, ma anche l’industria tessile oppure la produzione di etichette, per realizzare guarnizioni, ecc.
La fustellatura può, quindi, essere definita genericamente come una particolare fase della lavorazione cartotecnica che effettua taglio, rilievo e altri tipi di trattamento del foglio di cartone.
A livello pratico la fustellatura è utilissima per creare prodotti come scatole della forma desiderata per il confezionamento di prodotti quali biscotti, snack, pasta, piuttosto che cosmetici e perfino l’imballaggio secondario di bibite e lattine. La stessa tecnica viene impiegata in cartotecnica per realizzare oggetti come le cartelline portadocumenti così come per effettuare lavorazioni dettagliate, come ad esempio biglietti da visita e cartoline dagli angoli arrotondati.
Il processo di fustellatura nel packaging
Il verbo “fustellare” significa letteralmente “tagliare”, e deriva dal verbo tedesco “stanzen”, che significa “fustellare, tagliare”. La fustellatura consiste nel processo di taglio, ad opera di un macchinario speciale utilizzando uno strumento chiamato fustella. Il taglio con fustella è un’operazione che consente di ottenere forme geometriche semplici ma anche disegni complessi, a seconda delle esigenze e del progetto, e in ogni caso risultati personalizzati, eleganti e di design, su misura del prodotto, dell’azienda e della sua immagine.
Ecco come avviene la fustellatura: il supporto viene posto al di sotto della fustella, che muovendosi verso il basso lo taglia con il suo bordo tagliente, in modo estremamente preciso.
Il bordo della fustella può anche essere zigrinato e seghettato, per ottenere diversi effetti di taglio, oppure ancora arrotondato, e non tagliente, in corrispondenza di lati della sagoma che necessitano di una piega, come le alette delle comuni scatole o confezioni. In questo caso si parla di cordonatura.
La fustella viene progettata in modo millimetrico con software grafici e può essere riutilizzata per realizzare e “montare” innumerevoli confezioni, dalle scatole a parallelepipedo fino a packaging più complessi e dal design accattivante e su misura.
Le macchine per la fustellatura non sono tutte uguali: ne esistono di manuali e di automatiche, che consentono di produrre una grande quantità di confezioni in poco tempo e con costi notevolmente contenuti.
Generalmente il procedimento di fustellatura avviene come ultimo passaggio nella relaizzazione del packaging, dopo la stampa, sebbene debba essere previsto sin dall’inizio del progetto grafico dell’imballaggio.
La fustella
Per fustella s’intende generalmente l’attrezzo, lo strumento che permette di eseguire un taglio preciso di un prodotto nello stato di “foglio”, sia esso carta, cartone, cuoio, tessuti, gomme, plastiche, eccetera. In pratica si tratta di una lamina d’acciaio, che assume le forme più disparate, dalle più semplici alle più complesse, e serve da modello per il taglio del materiale da imballaggio.
Tipi di fustella
Esistono diverse tipologie di fustella. Vediamoli singolarmente per chiarirne caratteristiche e differenze.
- La fustella piana, o fustella americana, è uno strumento costituito da un nastro in acciaio con un profilo superiore tagliente che, riproducendo una determinata sagoma, viene utilizzato in tipografia, in cartotecnica e in industrie affini per tagliare la carta, il cartoncino o materiali simili in forme astratte complesse. E’ impiegata largamente negli scatolifici e nelle aziende cartotecniche per realizzare tagli precisi, dettagliati e riproducibili innumerevoli volte.
Al bisogno parte del profilo può essere dotato di una lama non tagliente o arrotondata, che si chiama “cordone” e serve per realizzare la cosiddetta “cordonatura”, ovvero la piega del supporto in corrispondenza di punti come le alette, il coperchio e i lati delle scatole; un’altra opzione di lama è quella ai mezzotaglio, che realizza un taglio parziale, senza penetrare completamente nel supporto, principalmente per finalità pratiche di montaggio della confezione o di suoi accessori, come maniglie, finestrelle, linguette etc.
- La fustella rotativa è analoga a quella piana in quanto a funzionalità, ma il suo supporto non è piano bensì in legno curvato a cilindro e la lama segue la forma cilindrica. L’impiego della fustella rotativa è riservato al taglio del cartone ondulato.
- La fustella forgiata ha forma e dimensione completamente personalizzate, a seconda del progetto per cui viene realizzata, non solo scatole e packaging ma anche sagome destinate al taglio di altri materiali, per esempio nel settore della manifattura come le calzature.
Come eseguire il taglio
Il taglio o fustellatura del materiale selezionato coincide con un momento delicato e particolare, in cui è fondamentale una precisione assoluta ed il rispetto rigoroso delle misure pianificate in fase di progettazione. Il taglio solitamente avviene come fase successiva alla stampa nel processo di produzione del packaging.
Questo per due ragioni principali: innanzitutto per evitare imperfezioni, come per esempio l’inaderenza del packaging al prodotto se prevista, ma anche per evitare la produzione eccessiva di materiale di scarto, dovuto alla non ottimizzazione del materiale a disposizione.
Il taglio dei vari componenti dunque è un lavoro che richiede grande precisione ed efficienza produttiva, per cui generalmente nel settore industriale, ma non solo, è un compito svolto da appositi e specifici macchinari.
Nel caso di fustellatura di materiale come il PP o il cartoncino, questo procedimento coincide con la fase di cordonatura rigida (o piega rigida) dell’astuccio: nella stessa fustella può essere inserita una lamina più bassa e non tagliente, chiamata in gergo “cordone” o “cordonatore”, che provoca in sede appropriata uno schiacciamento e/o snervamento del cartone permettendo la successiva piega in quel dato punto.