La larghissima diffusione delle shopper in plastica in campo commerciale è un dato di fatto che tutti conosciamo. L’immissione della plastica nell’ambiente preoccupa la comunità internazionale e i governi europei tanto che negli ultimi decenni si è diffusa una sempre maggiore consapevolezza della necessità di ridurre e contenere il loro utilizzo, in favore di soluzioni più ecologiche. Le istituzioni dunque si impegnano per diffondere una maggiore conoscenza su questi temi, approvando specifiche leggi e normative sul tema. Più di una legge, infatti, riguarda i sacchetti biodegradabili, dalla loro definizione alle indicazioni dei campi di applicazione.
In generale queste leggi prescrivono comportamenti virtuosi per ridurre l’impatto ambientale delle shopper in plastica utilizzate in campo commerciale, oltre a sensibilizzare i cittadini su queste tematiche sempre più urgenti.
Il concetto chiave è la progressiva riduzione della plastica immessa nell’ambiente e la sostituzione dei sacchetti tradizionali con shopper biodegradabili.
Le principali normative che individuano le caratteristiche dei sacchetti bio e ne regolamentano l’utilizzo sono la EN 13432 e la Direttiva UE 2015/720. Vediamo più nello specifico in cosa consistono.
1. La normativa per riconoscere un packaging biodegradabile
La EN 13432 risale al 2002 ed è una norma del Comitato europeo di Normazione che enuncia le caratteristiche dei materiali biodegradabili e compostabili, rettificando e specificando alcuni aspetti della precedente direttiva 94/62/CE. Questa legge è fondamentale perchè definisce il concetto di biodegradabile e lo distingue da compostabile, non solo applicata agli shopper ma al packaging in generale. Ne parliamo estensivamente in un articolo specifico del nostro blog (href=””)
2. La Direttiva UE 2015/720 sulle borse in plastica
Introdotta dall’Unione Europea nel 2015, diventa legge in Italia a novembre 2016, quando viene approvata con un decreto legislativo. Si tratta di una legge sulla riduzione dell’uso di borse di plastica leggere e ultraleggere, nello specifico gli shopper comunemente utilizzati per la spesa. La Direttiva UE 2015/720, prende le mosse dalle definizioni della precedente normativa EN 13432 e si occupa maggiormente dell’applicazione dei sacchetti bio. Infatti, citando il decreto legge, auspica il raggiungimento di “obiettivi di riduzione nazionali”, applicando “restrizioni all’uso o misure finanziarie” riguardo la distribuzione di sacchetti di plastica inquinante. Grazie a questa normativa l’Italia si allinea ai comportamenti degli altri paesi europei nello sforzo comune di ridurre l’immissione di plastica nell’ambiente in favore degli shopper biodegradabili. Le misure finanziarie si riferiscono al divieto di distribuzione gratuita dei classici sacchetti in plastica, di fatto per scoraggiarne la pratica di utilizzo, ancora molto diffusa sia da parte dei commercianti sia da parte dei consumatori.
Il decreto continua affermando “il divieto di fornitura a titolo gratuito delle borse di plastica ammesse al commercio e la progressiva riduzione della commercializzazione delle borse di plastica, fornite a fini di igiene o come imballaggio primario per alimenti sfusi, diverse da quelle compostabili”.
Si tratta a tutti gli effetti di una legge che raccomanda un sempre più largo uso delle buste compostabili, soprattutto per quanto concerne i generi alimentari freschi, come frutta e verdura, con l’obiettivo comune a tutta l’Unione Europea di una drastica riduzione dei sacchetti in plastica, soprattutto ad uso alimentare, fino all’80% entro il 2019, con l’intento di sostituirli completamente con sacchetti in carta riciclata oppure sacchetti biodegradabili e compostabili.
L’esperienza di Celvil è al servizio del cliente per guidarlo nella scelta dell’imballaggio migliore per le sue esigenze, anche dal punto di vista della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente, e potrà fornire un’accurata consulenza sulla scelta di materiali certificati. Scopri di più nella sezione dedicata alle buste biodegradabili e compostabili.